Di Luca Testoni

Quello degli Oneida è un indie-rock senza età. Già, perché dopo aver raggiunto la boa dei primi 25 anni di onorata carriera, il rumorosissimo quintetto, diventato uno degli indiscussi punti di riferimento della scena rock di Brooklyn, continua a non perdere un colpo.

Ritornati in azione dopo la pausa forzata causa pandemia con il nuovissimo album “Success”, Kid Millions (batterista e cantante che in passato ha suonato con Spiritualized, Royal Trux e Boredoms) e soci (Bobby Matador: tastiere, chitarra e voci; Hanoi Jane: basso e chitarra; Showtime (Shahin Motia): chitarra; e Barry London: sintetizzatori, tastiere ed effetti) dimostrano di essere ancora splendidamente sul pezzo. 

Merito di un approccio rock sempre all’avanguardia e senza compromessi e che, mai come in questo caso, sembra voler celebrare le diverse stagioni rock della New York bella e dannata del passato. Quasi a rendere esplicite, se mai ce ne fosse stato bisogno, le proprie radici: dai Ramones ai Sonic Youth passando per i Television del mai troppo compianto Tom Verlaine. 

Di sicuro la loro è una rinnovata professione di fede verso la religione rock. Rock psichedelico, garage, noise, punk, blues, kraut… Di tutto e di più. Con un approccio libero e, se non fosse un termine abusato, davvero selvaggio.

Sarà per quell’organo dissonante, che batte ripetutamente alcuni accordi in lunghi e palpitanti ronzii; o forse ancora quella voce, cantata come se facesse parte di una cerimonia della preistoria tribale del rock ‘n’ roll, quelle chitarre abrasive o quei tamburi, veloci, forti e implacabili, ma c’è qualcosa nella musica di Oneida che sembra poter continuare all’infinito. Una sensazione amplificata durante le loro performance dal vivo dove l’improvvisazione diventa la stella polare.

Provare per credere nei tre concerti del tour italiano in programma il 17 marzo a Bologna (Freakout Club), il 18 a Savona (Raindogs) e il 19 a Segrate (Circolo Magnolia).

Info e biglietti: https://ponderosa.it/artist/oneida/

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