Blonde Redhead, l’importante è cambiare. Sempre.
di Luca Testoni
Se c’è una cosa che ha caratterizzato i primi 30 anni e passa di carriera della formazione newyorkese dei gemelli Amedeo e Simone Pace e di Kazu Makino, attesi quest’estate in Italia per due concerti – il 30 giugno al Parco della Musica a Milano e il giorno successivo, il 1° luglio, al Bonsai, il festival al Parco delle Caserme Rosse di Bologna -, è stata la loro evidente propensione a una sorta di trasformismo permanente.
Sì, siamo di fronte ad artisti la cui forza è sempre stata quella di andare avanti per la propria strada. Sperimentando, cambiando anche direzione e rischiando di tasca propria, ma soprattutto fregandosene di mode e ruffianerie varie per avere più visibilità ed entrare a tutti i costi nel mondo – spesso fake – della musica popolare commerciale.
Liquidato ingenerosamente agli esordi come gruppo “clone” di Sonic Youth e Fugazi, due band che hanno marchiato a fuoco l’underground rock statunitense di fine Novecento, il trio art-rock figlio dell’incontro di due milanesi dall’ottima preparazione musicale (hanno studiato jazz al Berklee College of Music di Boston prima di trasferirsi a New York) e di una giapponese di Kyoto tutta istinto e idee ribelli, ha dimostrato di avere ottime doti camaleontiche. Da autentici outsider nella Grande Mela anni Novanta, i Blonde Redhead sono passati senza paura dal noise-rock degli esordi al pop-rock elettrico e sognante degli ultimi album. Dimostrando che la sperimentazione non è solo rumore e che si può esplorare ampliando la tavolozza dei suoni.
Il lavoro più recente s’intitola “Sit Down for Dinner” – un pop malinconico che canta di preoccupazioni molto adulte e di problemi senza facili soluzioni- ed è uscito a quasi dieci anni di distanza dal precedente. Kazu ha infatti fatto a tempo ad andarsene (per fare un disco solista) per poi tornare. In fondo, tra loro – lo hanno detto pure i diretti interessati – tre c’è un legame mistico. Un legame che permette loro di tirare fuori il meglio l’uno dell’altro.
Questo ultimo disco è stato come una chiusura di un cerchio. Si erano conosciuti all’Isola d’Elba, dove Kazu ha vissuto anche a lungo, e per Sit Down for Dinner” hanno scelto uno studio di registrazione in Toscana. Qualcuno ha scritto che sono i Blonde Redhead il miglior gruppo rock italiano che canta in inglese. Non è corretto, ma fa piacere pensare che sia così, no?
Info e biglietti: https://ponderosa.it/artist/blonde-redhead/