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JAZZMI, una festa per 40 mila

Tempo di bilanci per l’edizione del decennale di quello che ormai è diventato “il” festival jazz di Milano.

di Luca Testoni

 

I numeri parlano chiaro: oltre 40 mila spettatori e ben 23 sold-out durante i 17 giorni della rassegna prodotta da Associazione JAZZMI, Ponderosa Music & Art e Triennale Milano in collaborazione con Blue Note Milano, realizzata grazie al Comune di Milano e con il contributo del Ministero della Cultura e di partner come Volvo, Intesa Sanpaolo, Armani/Silos e Apple Music. Complessivamente sono stati ospitati oltre 200 eventi live per più di 300 artisti coinvolti (a cui vanno aggiunti oltre 150 tra tecnici e organizzatori).


Entusiasta il co-direttore Luciano Linzi: «La felicità è grande. Anche quest’anno JAZZMI ha saputo raccogliere entusiasmo, energia e coinvolgimento, regalando emozioni a un mare di spettatori di tutte le generazioni. JAZZMI mostra la bellezza contagiosa della musica dal vivo e resta un punto di riferimento non solo per gli appassionati di jazz, ma per tutti gli amanti della musica. JAZZMI è un mondo che parla a diverse sensibilità, sintesi di armonia e unione».


Gli spettacoli andati tutto-esaurito sono stati quelli di Diana Krall, Marc Ribot, Arrested Development, Huun-Huur-Tu, Sydney Ellis, Amaro Freitas, Paolo Fresu con Richard Galliano & Jan Lundgren, Mammal Hands, Mike Stern band, Richard Bona Asante Trio, L’Antidote, Pete Roth Trio Feat. Bill Bruford, David Murray Quartet, Sing and Swing, Avishai Cohen, Pino Ninfa e Louis Sclavis, Michael Moore & Pietro Aloi, Takuya Kuroda, Dee Dee Bridgewater Quartet, Abdullah Ibrahim e Jazzanova.
Per oltre due settimane, il capoluogo lombardo si è trasformato in un palcoscenico diffuso, dove suoni, incontri e storie hanno intrecciato il passato e il futuro di questa musica.


JAZZMI 2025 ha accolto alcuni tra i più grandi protagonisti del panorama musicale internazionale e italiano tra cui i Kokoroko, Dee Dee Bridgewater, Mike Stern, Anouar Brahem, Richard Bona, Abdullah Ibrahim, Shabaka, i Quintorigo e John de Leo, Orchestra Baobab e l’eterno Enrico Intra. Un cartellone che ha saputo intrecciare radici e innovazione, tradizione e sperimentazione, confermando la capacità del festival di raccontare tutte le anime del jazz e le sue infinite contaminazioni.


Come da tradizione Triennale Milano e Blue Note Milano hanno rappresentato i poli principali della manifestazione, andando a toccare l’intera geografia urbana milanese. Dal Volvo Studio Milano ai palcoscenici storici della città come Teatro Arcimboldi, Teatro Dal Verme, Teatro Lirico Giorgio Gaber, al Conservatorio di Milano, Auditorium S. Fedele, Centro Culturale di Milano e CPM, fino a club e spazi indipendenti come Alcatraz, Santeria Toscana 31, BIKO Milano e BASE Milano. La collaborazione con realtà culturali dinamiche come Armani/Silos, Apple Piazza Liberty, ADI Design Museum, Cascina Nascosta e Spirit de Milan ha ulteriormente arricchito l’esperienza urbana e musicale.


Infine, una curiosità: è disponibile su Prime Video “BEAT – un film sul Jazz e l’ottava edizione di JAZZMI”. Il docufilm racconta come sta cambiando il jazz oggi. Guidati dai pensieri ad alta voce di Venerus, il documentario porta lo spettatore dietro le quinte del festival insieme alla Sun Ra Arkestra, Gilberto Gil, Paolo Fresu, Ibrahim Maalouf, Fabrizio Bosso e alcuni giovani astri nascenti come Samara Joy e Oscar Jerome e molti altri. Prodotto da BASEMENT HQ e Ponderosa Music and Art, il docufilm è diretto da Mattia Ramberti.

Guarda “BEAT – un film sul Jazz e l’ottava edizione di JAZZMI” > https://www.primevideo.com/detail/BEAT—A-film-about-Jazz-and-the-8th-edition-of-JAZZMI/0I49U0NKMUTQ30NR5HSRSUSHVX

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