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Jesus And Mary Chain, è finalmente tornato il sereno in casa Reid

BOnsai Festival, Parco delle Caserme Rosse di Bologna, 16 luglio: sarà questa l’unica chance, la prossima estate, per vedere in azione band dei fratelli scozzesi Reid.

di Luca Testoni

 

Quando salirono prepotentemente alla ribalta negli anni Ottanta, ai tempi del capolavoro “Psychocandy” (uscito nell’anno di grazia 1985!), diventando pionieri di quel movimento shoegaze che combinava dosi massicce di chitarre rock distorte e melodie pop, in molti pensavano che i Jesus and Mary Chain sarebbero stati un fuoco di paglia. Una meteora o poco più. Il tutto nonostante la loro musica fosse apparsa così nuova e speciale e, per certi versi, trasgressiva. 

A 40 anni di distanza – anni caratterizzati da alti e bassi e da lite inenarrabili tra Jim il cantante e William il chitarrista, da sempre anima e cuore di un progetto che accoppiava l’iconografia nichilista dei Sex Pistols e l’estetica surrealista della psichedelia -, gli ex ragazzacci di Glasgow dimostrano di aver imparato l’arte di andare d’accordo. 

Ricucito il rapporto (la maturità servirà pure a qualcosa, no?), la band è tornata a incidere dischi – il secondo album di nuovo materiale dopo la reunion del 2017, “Glasgow Eye”, risale all’anno scorso – e a fare ancora concerti. No, le scalette da 20 minuti scarsi fanno parte del passato. Ora, anche grazie a un canzoniere di tutto rispetto, i Jesus And Mary Chain (la cui hit del periodo d’oro, “Just Like Honey”, ha impreziosito la scena finale del film cult “Lost In Translation” di Sophia Coppola) nei loro concerti suonano per circa un’ora e mezza. Un gran bel cambiamento. Specie per chi ha sempre detto che si annoiano a guardare le band per più di mezz’ora.

Restando in tema di novità, se è pur vero che l’elettronica ha sempre trovato spazio nel sound a tutto feedback targato Jesus and Mary Chain – plasmando i ritmi dell’album “Darklands” e accentuando le tonalità sature di un altro disco come “Automatic” -, è altrettanto vero che con “Glasgow Eyes” i sintetizzatori hanno spesso preso il sopravvento, lasciando alle chitarre un ruolo di punteggiatura. 

Info e biglietti: https://ponderosa.it/event/bologna-it-27/

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