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Luciano Linzi: «Ecco le mie chicche di JAZZMI»

Il direttore artistico (assieme a Titti Santini) del festival milanese parla del prestigioso traguardo raggiunto, ma soprattutto e ci regala un percorso ragionato all’edizione 2025. Si inizia con l’anteprima del 20 ottobre con il concerto della grande Diana Krall per proseguire fino al 9 novembre.

di Luca Testoni

I nostri primi dieci anni
«Io e Titti, che ci frequentiamo da decenni, c’eravamo dati un arco temporale di tre anni per valutare l’impatto della nostra proposta di riportare a Milano un jazz festival di alto livello e di respiro internazionale. Che l’idea fosse buona lo abbiamo capito già al primo anno di concerti, quando siamo stati piacevolmente travolti dal grande entusiasmo del pubblico. Dieci anni sono passati davvero in fretta e posso dire che abbiamo raggiunto l’obiettivo: abbiamo fatto di JAZZMI uno dei più grandi festival di jazz in Europa».

Tra passato e futuro
«Per nostra scelta il festival ha radici ben piantante nel passato jazz della Milano degli anni Cinquanta e Sessanta, come testimonia la scelta di insediare il nostro quartier generale alla Triennale. Là dove l’avvocato Arrigo Polillo, direttore di “Musica Jazz”, nonché grande promoter, fece esibire alcuni dei grandi protagonisti della storia del jazz: Thelonious Monk e Miles Davis, John Coltrane e Lennie Tristano. Noi nel nostro piccolo cerchiamo di rinverdire quei fasti, invitando i protagonisti del jazz contemporaneo. Ma JAZZMI è anche un festival moderno che, alla maniera di esperienze all’avanguardia come quella di Londra, vuole evidenziare che il jazz non è musica da museo. Per farlo abbiamo pensato a una formula dinamica, vivace e diffusa, in grado di coinvolgere un po’ tutta la città, dal centro alle periferie, e diversi pubblici. Abbiamo voluto un evento trasversale, come è il jazz contemporaneo che, attraverso connubi inediti, riesce ancora a stupire».

Flying Lotus, la ciliegina sulla torta di compleanno
«Era da qualche anno che lo stavamo puntando, finalmente ci siamo riusciti. Flying Lotus è una delle figure più significative del jazz di questi ultimi anni. Partendo da una profonda conoscenza della storia jazz, da qualche anno, contaminandolo con suoni elettronici e linguaggi limitrofi, sta traghettando la “nostra musica” verso territori sonori mai esplorati, tanto originali quanto difficilmente etichettabili. È lui, in concerto al Fabrique il 4 novembre, la ciliegina sulla torta dell’edizione 2025».

L’anteprima con Diane Krall agli Arcimboldi
«È un’altra prima volta per JAZZMI. Stiamo parlando di un’artista in campo jazzistico con popolarità e visibilità da artista pop in termini di numeri e spettatori. Diane Krall è una pianista e cantante che rientra a pieno titolo nella tradizione jazz, ma che è riuscita a segnare questa musica con un repertorio molto personale e caratterizzato da un tocco sofisticato».

La via British al jazz
«Sin dall’edizione numero 1 di JAZZMI abbiamo dato spazio alla nuova scena jazz britannica. Una scena che si è via via sviluppata in maniera sempre più importante ed autorevole grazie a una comunità di musicisti che condivide una comune visione artistica, pur proponendo letture e proposte originali e da diversi punti di vista. Una musica nel segno della libertà e della creatività, dove il jazz si mescola con l’elettronica, la musica etnica, quella afrofuturista, la sperimentazione, il soul e il nuovo soul, l’R&B.
Segnalo il concerto del 9 novembre al Conservatorio del sassofonista Shabakha Hutchings, una delle personalità più carismatiche e dotate del nuovo jazz UK che non ha paura di muoversi da un confine all’altro e del quale non puoi prevedere le prossime mosse, ma anche quello del 24 ottobre all’Alcatraz del collettivo Kokoroko, forse la formazione più nota di questo movimento».

Viva l’Italia
«Abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo per la scena jazz italiana. In tutti questi dieci anni è sempre stato con noi Enrico Intra, una figura memorabile per il jazz milanese e italiano, nonché padrino del festival. Sarà con noi anche quest’anno con un concerto piano solo l’8 novembre alla Triennale. Oltre alla grandezza del suo pianismo, mi preme segnalare la sua grande opera di divulgazione attraverso i Civici Corsi Jazz Claudio Abbado. Segnalo anche il ritorno di Paolo Fresu, che sarà al Lirico il 4 novembre con una delle proposte più poetiche della sua carriera, Mare Nostrum IV, alla testa di un trio con Richard Galliano e Jan Lundgren. Menzione speciale anche per la storica Artchipel Orchestra di Ferdinando Faraò, che presenterà in anteprima assoluta un repertorio che rende omaggio al celebre pianista d’avanguardia olandese Misha Mengelberg (in Triennale il 9 novembre), così come per il contrabbassista e compositore Paolo Damiani, dal vivo con il progetto “Ostinato” (1° novembre alla Triennale)».

Che voci
«Nella sezione “Night & Day” si fanno apprezzare diverse proposte legate alla vocalità femminile. Vocalità, è bene dirlo, strepitose. Già, perché nel nostro Paese stanno crescendo talenti davvero molto interessanti. Penso alla cantante romana di origini iraniane Ava Alami (dal vivo con Vittorio Esposito il 30 ottobre al Q-Hub) o a Martha Deribe (di scena con Simone Maggio il 6 novembre al Q-Hub). E poi cè Sabrina Molinari (attesa il 24 ottobre al Volvo Studio), la più conosciuta e dotata tra le cantanti jazz di oggi, bravissima, con grande consapevolezza dei propri mezzi e con un gran talento nell’immaginare progetti ogni volta diversi».

Quando il rap incontra il jazz
«Abbiamo pensato di dare giusto rilievo a chi in questi ultimi anni ha mescolato jazz e hip hop, due mondi in apparenza distanza: mi riferisco agli Arrested Develompent che suoneranno alla Santeria Toscana 31 il 31 ottobre e a Bilal (anche lui alla Santeria, ma il 6 novembre). Hanno saputo far dialogare questi linguaggi trasformandoli in una materia fresca e originale, capace di attrarre un pubblico trasversale».

Suggestioni etniche
«A dimostrazione che per noi la visione del jazz è ampia e molto libera, ecco tutta una serie di concerti ricchi di influenze etniche. Mi riferisco, per esempio, a quello del maestro dell’oud tunisino Anouar Brahem (al Conservatorio il 26 ottobre alla testa di un quartetto), encomiabile nella sua continua ricerca sia in ambito jazz sia in quello dei suoni tradizionali acustici. Alla stessa stregua mi preme segnalare anche il nuovissimo progetto L’Antidote (il 6 novembre alla Triennale), in cui si cerca un dialogo tra musica etnica e jazz per creare qualcosa di significativo. Il 6 novembre alla Triennale da non perdere il live di Daniele Sepe, visionario flautista napoletano, un outsider che con i suoi alambicchi sonori mescola varie influenze producendo progetti sempre molto originali. Infine, ci vogliamo dimenticare dell’Orchestra Baobab (il 30 novembre all’Alcatraz)? Impossibile. Di loro posso dire senza timore di smentite che sono delle autentiche leggende».

Blue Note, programmazione eccellente
«Si rinnova la collaborazione con l’unica sede europea del Blue Note. Sin dall’inizio hanno aderito con grande entusiasmo al nostro festival e si sono sempre dimostrati partner straordinari. Quello di quest’anno è uno dei programmi più belli grazie a ospiti come il grande sassofonista Walter Smith III (il 23 ottobre), il ritorno di Mike Stern (il 28 ottobre) e il trio di Dave Holland (il 2 novembre).

L’anteprima da Base
«Tra le realtà italiane più brillanti, segnalo i C’Mon Tigre, un collettivo noto per intrecciare linguaggi sonori e visivi in esperienze multisensoriali. La contaminazione è il loro faro, ma è innegabile che dentro il loro mondo ci sia una parte jazzistica rilevante».

Armani e molto altro
«Mi sembra doveroso rivolgere un pensiero a Giorgio Armani. C’è grande riconoscenza nei suoi confronti che perché ha sempre appoggiato il nostro festival concedendoci sempre il “suo” Silos. È lì che si è tenuto un mitico concerto di Enrico Rava ed lì che si tiene la rassegna cinematografica “The Body Of Jazz”, quest’anno in partenza il 22 ottobre e dedicata al celebre compositore Henry Mancini. Perché JAZZMI non è solo musica dal vivo, ma porta avanti da sempre un’indefessa opera di divulgazione grazie agli incontri con i musicisti e agli approfondimenti con il meglio della critica jazz italiana e internazionale».

Info&Biglietti: https://jazzmi.it/calendar/

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