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Alan Clark’s Backstory: quarant’anni in piano solo

04.05.2021, di Marco Castellani

Con Backstory Alan Clark ripercorre gli ultimi quarant’anni di carriera, rivisitando i pezzi principali ai quali ha partecipato e ricreandoli in piano solo

Avevamo tutti quell’età in cui una fisarmonica era una cosa importante, scriveva Pier Paolo Pasolini ricordando gli anni della giovinezza. Quando invece era il rock ad essere giovane, le cose importanti erano i brividi elettrici di una Fender Stratocaster o gli squassi poco condominiali di una batteria completa di piatti. Tanto è vero che Alan Clark, musicista nato nel 1952 in Inghilterra, devoto allo spirito ribelle del rock and roll e al vitalismo facinoroso di Hunter S. Thompson, nonché cultore dei venti di bolina che più in alto fanno volare le vele sulle onde terribili dei mari nordici, sceglie di dedicarsi allo strumento più distante di tutti, di legarsi all’albero maestro del vascello sonoro emblema dell’accademia e dei suoi pallori: il pianoforte. Alan diventa così una rarità nel mondo del rock and roll, come si dice di uno che osi suonare il pianoforte classico in un ambiente privo di regole e strapieno d’eccezioni. Diventa cioè la regola di queste eccezioni. 

I risultati sono esaltanti: con i Dire Straits, di cui è il primo e principale tastierista fino allo scioglimento, entra nella Rock and Roll Hall of Fame. Negli anni suona con molti musicisti che hanno fatto e continuano a fare la storia della musica, da Bob Dylan a Eric Clapton, dai Bee Gees a Tina Turner, da Sting a Rod Stewart, tanto per citare alcuni nomi. 

In questo disco, intitolato Backstory, Clark ripercorre le tracce degli ultimi quarant’anni, rivisitando i pezzi principali a cui ha preso parte e ricreandoli per solo pianoforte. Un appassionante retroscena navigato ancora una volta di bolina. Semplice, regale, emozionante. 

APPROFONDIMENTI

alanclarkmusic.com

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