Stefano Bollani “piano solo tour”, l’importante è improvvisare
Si può essere di successo, per certi versi di “massa”, e nonostante tutto godere di un apprezzamento incondizionato da parte della critica e dei colleghi? Sì, se ci si chiama Stefano Bollani, atteso protagonista a febbraio e a marzo di una nuova tranche del tour in solitario in giro per l’Italia.
di Luca Testoni
Si parte il 6 febbraio dal LAC di Lugano (dove si esibirà con United Soloist Orchestra) e si chiude il 31 marzo al Teatro Petruzzelli di Bari.
Nel mezzo si esibirà il 17 febbraio al Teatro Politeama Rossetti di Trieste (alla testa della formazione Bollani All Stars), il 18 al Teatro Comunale di Vicenza, il 19 dall’Auditorium Manzoni di Bologna e il 28 febbraio al Teatro Giovanni da Udine di Udine. A marzo il 7 sarà al Teatro Civico di La Spezia, il 9 (assieme alla moglie Valentina Cenni) al Teatro Fonderie Limone di Moncalieri, il 13 con Iliro Rantala al Teatro Carani di Sassuolo, il 14 alla Fazioli Concert Hall di Sacile (sempre in coppia con Rantala), il 20 al Teatro Sociale di Alba, il 21 al Teatro Sociale di Camogli e il 22 al Teatro del Maggio a Firenze e il 29 al Teatro Politeama di Catanzaro.
Sul palco con Bollani l’inseparabile (si dice così, no?) pianoforte, strumento con il quale il cinquantunenne musicista ha sempre avuto un rapporto intimo, quasi fisico. Nemmeno fosse un’appendice del suo corpo.
«Ho sempre avuto un rapporto percussivo con tutti gli strumenti. E se ci pensi, anche il piano è uno strumento percussivo. Se colpita bene, la corda produce una cosa così armoniosa. E vogliamo parlare dei suoi 88 tasti? Una manna dal cielo, prodiga di infinite possibilità», ha detto di recente il buon Stefano.
Nato a Milano, vissuto poi ad Alba e a Firenze, dove ha frequentato il Conservatorio, ora ha messo su casa a Roma, ma la sua è vita è «sempre in giro». I suoi primi concerti? «Ho iniziato a suonare davanti a un pubblico che avevo 15 anni».
Jazzista di prima grandezza, è anche un grande performer (dal vivo non fa mai mancare imitazioni e gag) ed un altrettanto abile e godibilissimo divulgatore-intrattenitore.
Di Bollani piace il suo essere musicista dai mille ascolti e dalle mille passioni. Il jazz su tutto, ma anche personaggi a loro modo “eretici” nella classica (Maurice Ravel e Sergej Prokofiev) come nel rock (Frank Zappa); la musica brasiliana e le canzoni di Billie Joel, Steve Wonder e dei Beatles, «che ti disegnano un mondo emotivo in soli tre minuti e mezzo di musica». Quando vai a vederlo la sua scaletta ti stupisce sempre. Davvero. Perché l’importante è improvvisare. Il suo chioso fisso. Il suo modo di concepire la musica. Manco fosse un artigiano, smonta e rimonta pezzi di composizioni. Sue e non sue. Anche su esplicita richiesta del pubblico in sala.
Info e Biglietti: https://ponderosa.it/artist/stefano-bollani/