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Thomas Umbaca

BIO

Thomas Umbaca, classe 1997, nasce e vive a Milano.

Si dedica e s’interessa fin da piccolo alla composizione e all’improvvisazione, due aspetti che con gli anni si evolvono in un unico linguaggio espressivo. 

Dopo studi classici presso il Conservatorio G. Verdi di Milano, frequenta i corsi di pianoforte Jazz dove studia con importanti figure del panorama Jazz italiano.

Nonostante la giovane età, ha avuto occasione di presentarsi per prestigiosi festival e rassegne tra cui PianoCity Milano, Roccella Jazz festival, Armonie d’Arte Festival, al Museo del ‘900 di Milano, al Castello Sforzesco di Milano, per Monza Visionaria presso il Parco di Monza, presso l’Ospedale San Carlo di Milano in un concerto dedicato al personale medico impegnato nella lotta alla Pandemia. 

Partecipa con la Verdi Jazz Orchestra diretta da Pino Jodice a un concerto per la Rai dedicato alla Shoah e alla musica di Ennio Morricone.

Compone la colonna sonora per il film “Miriam – il diario” di Monica Castiglioni (2015) e per il documentario “Il Terribile Inganno” di Maria Arena (2021), distribuiti da Amazon Prime Video e Infinity. La sua apertura a diverse forme espressive lo porta a prestare la sua musica per performance di danza contemporanea e per il teatro.

Nel 2019 vince il Premio speciale Hermès per giovani talenti al Concorso di PianoCity Milano dedicato a Renato Sellani, al quale partecipa con sue composizioni e suona all’ex Fabbrica Cova in occasione di Biennolo. Nel 2021 è vincitore assoluto del Premio Lelio Luttazzi nella categoria giovani autori pianisti presso la Casa del Jazz di Roma.

Thomas Umbaca

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discography

Umbaka

“UMBAKA è il mio cognome, un particolare suono che si ripete in un ritmo infinito, quello che mi accompagna da quando ho aperto le orecchie la prima volta – umbakaumbakaumbababaumbaumbakakakaumba…
In realtà una piccola differenza c’è, ed è la K al posto della C, ma sono convinto che in origine è così che si scriveva. I Fenici usavano la K come simbolo per indicare una mano aperta. Nell’unità di misura decimale la K moltiplica le dita e i corpi su cui suono, e da qui è nata l’immagine in copertina. Ora questo suono non è più un mio dato anagrafico e individuale, ma esce da me come un’estensione ed è libera di muoversi.
UMBAKA è tutti e di tutti, un’immersione in un mondo sonoro che accoglie perché parla dell’umanità di cui siamo fatti e che tutti conosciamo”.

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