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Sainkho Namtchylak

BIO

Sainkho Namtchylak, classe 1957, è originaria di Tuva, Siberia. La sua musica è un intreccio di tradizione e innovazione che attinge alla musica popolare siberiana e mongolica per arrivare a sonorità moderne, il tutto legato dalla sua voce pura e incantevole.

Nel 2001 rilascia, per Ponderosa Music & Art, Stepmother City che riflette i sentimenti ambivalenti sul suo trasferimento in Europa Occidentale e si pone come un filtro attraverso cui iniziare a conoscere ed apprezzare la spiritualità orientale. L’album viene seguito da Time Out del 2001 e Who Stole the Sky? del 2003, sempre per Ponderosa Music & Art. Nel 2016 arriva il quarto album di Namtchylak insieme all’etichetta milanese, Like A Bird Or Spirit Not A Face, realizzazione del desiderio di Sainkho di collaborare con musicisti nordafricani

Nel marzo del 2023 vede la luce “WHERE WATER MEETS WATER: BIRD SONGS & LULLABIES”.

Dopo la realizzazione comune, nel 2016, dell’album acclamato dalla critica, la collaborazione tra Sainkho Namtchylak e il produttore Ian Brennan, vincitore di Grammy, ritorna con un insieme di canzoni improvvisate e registrate in luoghi attorno alle isole abbandonate di Venezia. 

Nonostante Sainkho parli ben 4 lingue (Tuvan, Russo, inglese e tedesco), per realizzare questa collezione di brani ha deciso esplorare la fonetica, cantando completamente utilizzando il “linguaggio della natura”. Ad accompagnare la sua voce uno strumento puro e naturale come l’acqua.

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discography

Where Water Meets Water: Bird Songs and Lullabies

Sainkho Namtchylak torna con un insieme di canzoni improvvisate e registrate in luoghi attorno alle isole abbandonate di Venezia.
“Where Water Meets Water: Bird Songs and Lullabies” (2023), una produzione Ian Brennan.

Like A Bird Or Spirit, Not a Face

Like A Bird Or Spirit, Not A Face (2016), è la realizzazione del grande desiderio di Sainkho Namtchylak, la leggendaria voce di Tuva (con all’attivo una decina di album e concerti in tutto il mondo), ovvero quello di incontrare e lavorare con musicisti nordafricani.

Who Stole The Sky?

È facile comprendere perché Sainkho Namtchylak sia da molto tempo una delle icone della musica d’avanguardia; è straordinariamente brava a produrre l’inaspettato. Ma diversamente da molti altri nel suo settore, Sainkho possiede anche una forte propensione alla melodia che rende la sua musica accessibile ad un pubblico più vasto. Entrambi questi punti di forza vengono esibiti in Who Stole the Sky?, che esce nell’estate del 2003, oltre ad un’atmosfera travolgente e l’immancabile canto armonico.

Time Out

La voce di Sainkho Namtchylak, che si trasforma con semplicità da soprano cristallino a baritono sontuoso, si mette al servizio di canzoni tradizionali della sua terra, Tuva, per Time Out, pubblicato nel 2001. Canzoni liriche, intimamente connesse all’amore e alla natura, e “work songs”, che servono a rendere più accettabile l’impegno lavorativo. Sainkho evidenzia soprattutto questa caratteristica dei canti, mettendo in luce le affinità con il blues ed il patrimonio folklorico dei neri d’America. La formazione che l’accompagna dimostra ancora una volta la sua volontà di muoversi liberamente tra le culture e gli stili: chitarre, strumenti auto-costruiti, percussioni africane, sampling e loops.

Stepmother City

Durante una lunga e accurata ricerca musicale che ha portato la cantante da Tuva attraverso Mosca alla scena musicale europea, Sainkho ha voluto unire tecniche e melodie originarie della sua terra alle esperienze della musica d’avanguardia e sperimentale, del jazz e della musica elettronica. Stepmother City, che ha visto la luce nel 2000, è un viaggio dalle tradizioni tuvane verso i suoni metropolitani, un mix di strumenti acustici tradizionali asiatici, canto gutturale armonico, chitarra acustica e DJ.

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