Piano City Milano 2022. Prospettive nuove sulla città e sulla musica
Di Luca Testoni
È iniziato il conto alla rovescia per l’edizione numero 11 di Piano City, la grande festa del pianoforte di Milano, in programma nel fine settimana dal 20 al 22 maggio.
Ne abbiamo parlato con Ricciarda Belgiojoso che, assieme a Titti Santini, condivide la direzione artistica della kermesse dai numeri imponenti: più di 200 concerti, rigorosamente gratuiti; oltre 300 pianisti; e non meno un centinaio di diversi luoghi in giro per tutti i nove municipi della metropoli lombarda.
Da dove iniziamo?
«Beh, dopo due anni in cui abbiamo fatto di necessità virtù, ma non ci siamo mai fermati, eccoci di nuovo qui felici di respirare questo clima di ripresa. No, per ragioni di prudenza, non ci saranno ancora gli house concert, ma porteremo il pianoforte in tanti spazi all’aperto, dal centro alla periferia: cortili di case popolari gestite da MM così come parchi e giardini».
Ancora una volta avete scelto luoghi inediti, giusto?
«Il nostro festival ha sempre prestato particolare attenzione ai luoghi che testimoniano le trasformazioni recenti di Milano, per capire dove sta andando la nostra città. Così, quest’anno porteremo i nostri pianoforti al nuovo Adi Design Museum, nel parco del nuovo Campus Bocconi e nella passeggiata Boris Pasternak adiacente Fondazione Feltrinelli. Ma anche luoghi in corso di trasformazione, che fra poco magari non ci saranno più o cambieranno rispetto a come li abbiamo conosciuti, come l’ex macello di viale Molise e i capannoni dello Scalo Farini».
Tante novità, ma anche numerose conferme…
«Sede principale e punto di riferimento di Piano City saranno ancora i giardini di Villa Reale, dove c’è la GAM, in via Palestro. Qui ospiteremo i grandi nomi, a cominciare, venerdì sera, dal concerto del pianista e compositore Abdullah Ibrahim, 87 anni, una leggenda vivente del jazz sudafricano. Sarà un’apertura pazzesca.
Sabato sera in cartellone sul main stage, invece, si alterneranno l’olandese Iris Hond; la pianista ufficiale di Ennio Morricone Gilda Buttà; lo sperimentatore John Medeski; e il duo composto da una star del pianismo classico come il lussemburghese Francesco Tristano e dal libanese-australiano Rami Khalifé. Infine, domenica sera, spazio per l’anglo-cinese Rosey Chan; un altro duo di grandissimi formato dal congolese Ray Lema e dal francese Laurent De Wilde; per finire con un’inedita accoppiata: la bravissima Frida Bollani e il cantautore israeliano, suo idolo, Oren Lavie».
Frida Bollani sarà anche ospite da Volvo Studio, da anni preziosa sede del festival. Sarà una delle protagoniste del nostro ciclo di Piano Lessons, tra musica e parole. Stessa cosa per Paolo Jannacci.
«E ci saranno altre “lessons”: ospitate dalla Triennale così come nel ridotto dei palchi del Teatro alla Scala. Proprio qui, in esclusiva per Piano City, il maestro Michele Gamba ci racconterà e suonerà al piano “Rigoletto”, opera verdiana che proprio lui sarà chiamato a dirigere nel tempio della lirica scaligera a giugno».
Un cartellone in cui ci sono cose che solo a Piano City hai la fortuna di ascoltare?
«Penso all’happening domenicale alla Rotonda Besana, realizzato con Hermès per il talenti: per nove ore di fila, dalle 11 del mattino in avanti, saranno eseguite, a cadenza di una all’ora, tutte le nove Sinfonie di Beethoven. Ci saranno due pianoforti a cui si alterneranno di ora in ora quattro pianisti. Nove Sinfonie per quattro pianisti all’ora significa che coinvolgeremo un totale di 36 pianisti, tra cui Davide Cabassi, Maurizio Baglini e Antonio Alessandri. Sempre domenica si terrà una spettacolare esibizione a sei pianoforti nei giardini circondati dagli spettacolari cilindri del Campus Bocconi: in scaletta anche la composizione simbolo del minimalismo americano “Six Pianos” di Steve Reich».
E presso Apple Piazza Liberty ci si potrà immergere nel Sonic Apothecary Soundscape creato per l’occasione da Rosey Chan già dal 19 maggio, mentre la sera ci sarà un live in anteprima con Francesca Michielin
Info e programma su https://www.pianocitymilano.it/