Incognito: longevi sì, ma non per caso
di Luca Testoni
Cinque concerti a luglio (l’8 a Napoli, Marina di Varcaturo; il 9 al Castello di San Giusto a Trieste; il 10 alla Corte degli Agostiniani di Rimini, nell’ambito del Festival “Percuotere la Mente”; il 12 all’Arena Santa Giuliana di Perugia in una serata live in abbinata alla bravissima Dee Dee Bridgewater; il 13 al Teatro D’Annunzio di Pescara per “Pescara Jazz”) e uno ad agosto (il 12 a Cabras, nell’oristanese, in Sardegna, ospiti del Dromos Festival).
Non passa estate senza che gli Incognito non riservino qualche data al Belpaese.
Anche quest’estate il collettivo capitanato dal carismatico Jean Paul “Bluey” Maunick, chitarrista, anima e mente del gruppo ordinario di Mauritius, ma con base a Londra, che ha sempre tenuto le fila del progetto (ed è anche l’unico sempre presente), ha mantenuto fede alla tradizione.
In barba alla moda delle band usa e getta, quella londinese è tra le formazioni più longeve del circuito tenendo fede al proprio sound, da sempre in bilico fra soul, jazz e funky. Raggiunto nel 2019 il prestigioso traguardo dei 40 anni di carriera, il prossimo obiettivo è il mezzo secolo di attività.
Il segreto di tanta longevità? Avere come punto di riferimento i giganti della black music anni Settanta. Gente che, prima di ogni cosa, aveva un approccio artistico a questo mestiere. In altre parole, il “centro” per gli Incognito, che verso la fine degli anni Ottanta salirono alla ribalta delle cronache come inventori dell’acid-jazz, è sempre stata sempre e solo la musica. Le strategie di marketing o le pianificazioni a tavolino le hanno lasciate ad altri (che magari si sono persi), mentre Maunick e soci hanno pensato al sound dei dischi, a scrivere belle canzoni e a far ballare. La ricetta è sempre la stessa e prevede di conciliare la raffinatezza del jazz con il calore e la sensualità sonora del soul-funk.
Musica coinvolgente, arrangiamenti ineccepibili – ricchi di fiati e percussioni – e un groove sempre più orientato a quello che si è soliti definire contemporany R&B. Ad arricchire il tutto, la grande passione che il collettivo britannico mette in ogni cosa. Una costante che non è mai venuta meno, nonostante i continui cambi di formazione. Una curiosità: anni fa, per un breve periodo, fra i cantanti fece capolino anche un certo Stevie Wonder…
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